“Quegli occhiali che ancora non mi hanno restituito, sono stati l’ultima cosa che ha avuto davanti agli occhi, il mezzo con cui ha visto l’orrore, l’ultima immagine prima di morire”, prosegue in una nota la mamma di Martina Carbonaro. “Non posso permettere che restino solo un oggetto, – dice ancora la donna – devono diventare una testimonianza. E dovranno essere visti anche dal Papa”. Per la donna, la richiesta di perdono è una provocazione vergognosa, un atto strumentale di chi cerca redenzione solo per convenienza: “Chi ha violato il quinto comandamento – Non uccidere – non può pensare di cavarsela con una lettera. Ha infranto la legge di Dio, ha ucciso consapevolmente e adesso ha anche il coraggio di chiedere perdono al Papa e di farlo anche pubblicamente? È una bestemmia”. “Gesù disse ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra’ – ricorda la donna – e chi era lì, posò le pietre e si allontanò. Ma questo mostro no… Lui quella pietra l’ha presa e l’ha usata per uccidere, per massacrare mia figlia, senza pietà. Non ha esitato, non ha tremato… l’ha colpita sapendo esattamente cosa stava facendo”.