César Siles, ministro della
Giustizia della Bolivia sino a lunedì scorso quando si è dimesso
“per tutelare” il suo “onore a causa di accuse infondate” contro
di lui, è stato arrestato dopo essersi presentato
volontariamente nella sede della polizia di La Paz. Poche ore
prima era stato emesso un ordine di cattura nei suoi confronti.
Siles è implicato nel cosiddetto caso Consorzio, deflagrato
questa settimana a causa di un audio in cui lo si sente (lui ha
denunciato una manipolazione) offrire protezione a un giudice di
Coroico, piccola cittadina vicina a La Paz, in cambio di una
sentenza destinata a destituire una magistrata del Tribunale
supremo di giustizia.
Appena si è consegnato alla sede della polizia nel centro di
La Paz, Siles ha detto che l’ordine di arresto è illegale,
negando di aver preso contatto con il procuratore generale Roger
Mariaca e il procuratore dipartimentale Luis Torrez, come invece
si evince dall’audio diffuso dai media.
Con Siles sono stati arrestati anche il giudice di Coroico,
Fernando Lea Plaza, e il magistrato supplente del Tribunale
supremo di giustizia Iván Campero. Lea Plaza ha dichiarato di
essere stato pressato da autorità giudiziarie per emettere una
sentenza per sospendere dalle sue funzioni la magistrata Fanny
Coaquira, affinché Campero assumesse il suo posto nel Tribunale
supremo di giustizia della Bolivia.
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