Il governo boliviano ha avviato
operazioni congiunte tra polizia e forze armate per
“ripristinare l’ordine pubblico” in risposta ai blocchi stradali
organizzati da gruppi affiliati all’ex presidente Evo Morales,
che ne chiedono l’approvazione come candidato alle elezioni
generali del 17 agosto.
Il ministro del Governo, Roberto Ríos, ha dichiarato che il
Paese sta vivendo “una preoccupante escalation di violenza,
alimentata da interessi politici che non riconoscono il processo
democratico”. Attraverso i suoi account sui social, il ministro
ha denunciato gli attacchi contro agenti di polizia, il
personale medico e la detenzione illegale di militari da parte
dei manifestanti. Questi eventi, ha affermato, non devono essere
considerati semplici proteste, bensì “atti di violenza
organizzati che minacciano la vita, la dignità, i diritti
fondamentali e il processo elettorale”.
Le proteste sono iniziate una settimana fa a Cochabamba,
roccaforte politica di Morales, dove gruppi fedeli all’ex
presidente hanno bloccato le strade principali per chiederne
l’iscrizione alle elezioni, nonostante il Tribunale elettorale
lo abbia già escluso dalla lista ufficiale dei candidati.
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