“Sono stati tre giorni di viaggio e anche di angoscia per il rischio, da cittadina iraniana, di non riuscire a superare la frontiera dell’Azerbaigian: a Baku ci aspettava il volo per Milano Malpensa. Ma tutto è andato bene, siamo stati costantemente tranquillizzati dai carabinieri, erano preparatissimi e si vedeva. Ogni cosa era stata organizzata alla perfezione. Sapevamo che i nostri accompagnatori non ci avrebbero mai lasciati soli, ce l’hanno detto. Solo il mio bimbo ha risentito un po’ di quello stress, ma è già tornato all’asilo. Finalmente siamo nella vita normale”. Con qualche ora di riposo alle spalle, (“ma poche, perché i giornalisti chiamano in continuazione”, sottolinea), dalla sua casa di Parma, Fatemeh Sakhtemani, 36enne architetta iraniana sposata con un medico italiano e con un figlio di 18 mesi, a Tgcom24 racconta la paura che non può dimenticare, insieme alle bombe che cadono da giorni su Teheran e sulla casa di famiglia.