Tim Miller e la rivoluzione di Secret Level: “Ho trovato il modo di amare tutto ciò che ho fatto nella vita”

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Il 10 dicembre approderà su Prime Video l’attesissima serie antologica animata per adulti, Secret Level, prodotta da Amazon MGM Studios e Blur Studio, che presenterà agli spettatori storie originali ambientate negli universi di alcuni dei videogiochi più amati al mondo.

Ne abbiamo discusso con il suo creatore, Tim Miller.


Anche i trailer sono forme d’arte

È divertente che tu abbia parlato dei trailer, perché amo così tanto i trailer che quando ho pensato per la prima volta a questa serie, quando abbiamo dovuto decidere quale sarebbe stata la campagna promozionale e quanti trailer avremmo realizzato, io ho detto: “Voglio realizzare sei trailer, cazzo” perché abbiamo così tanto materiale che ogni episodio potrebbe avere il suo incredibile trailer. E c’è così tanto, tanti tipi di scene da trailer, tanti grandi momenti dei personaggi o scene d’azione epiche che sapevo che avremmo potuto facilmente montare sei o sette trailer che sarebbero stati fantastici, anche se ovviamente i trailer non sono indicativi della qualità finale. Penso che nel nostro caso sia vero, perché tutti gli episodi sono fantastici, ci credo davvero.

Controcorrente

Con Blur Studio sei abituato a lavorare a forme narrative brevi e animate, andando un po’ in controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza di titoli live-action di lunga durata. Cosa ami di questo approccio narrativo?

Tim Miller: Adoro i racconti brevi, sto leggendo racconti brevi ora, li ho sempre letti e sono una delle mie forme di narrazione preferite. Mi piace saltare da un racconto all’altro e credo che la narrazione di film e serie tv potrebbe appagare allo stesso modo di un racconto rispetto a un intero romanzo. Se leggo un intero libro di racconti, vivo molte esperienze diverse, è come un menù di degustazione di stili diversi.

L’unione fa la forza

In un mondo dove regnano egoismo e l’autoreferenzialità, tu stai facendo l’opposto, unendo tutto questo mondi e soprattutto tutti questi sviluppatori insieme. Ti rendi conto che è qualcosa che non accade molto spesso?

Tim Miller: Oh sì, […] quando vai a proporre cose del genere in questa industria, a Hollywood o altrove, la prima reazione di tutti è: “Beh, non riuscirai mai a far lavorare insieme tutte quelle persone”. E invece è stato molto facile perché l’unione di tutte queste diverse proprietà intellettuali e di diversi sviluppatori di giochi va a beneficio di tutti, perché si tratta di una marea pronta a sollevare tutte le barche. […] Credo che si stiano rendendo conto adesso dei vantaggi, anche se noi l’abbiamo sempre saputo fin dall’inizio.


Il cast

Cerco di creare un’atmosfera davvero amichevole sui film che faccio e sui progetti che realizzo, quindi mi ritengo fortunato visto che posso avanzare proposte sulla base di un’amicizia. Arnold [Schwarzenegger] è una persona fantastica, ci siamo divertiti molto a girare Terminator, così come Gabe Luna, che è l’altro Terminator e che interpreta il re nello stesso cortometraggio.

E poi Ariana Greenblatt è in Spelunky, ci eravamo già conosciuti sul set delle riprese aggiuntive di Borderlands, mentre Kevin Hart è in un altro episodio assieme a sua figlia Heaven Hart, che è venuta sul set un giorno e si è rivelata come una grande fan dell’animazione.

Keanu Reeves era venuto a parlarmi di un progetto diverso visto che aveva adorato Love, Death & Robots, così gli ho detto “Ehi, ho questo altro progetto, Secret Level, vuoi farne parte?” e lui ha detto “certo, caz*o, sì”. Quindi è davvero fantastico che tutti questi attori, anche se sono star del cinema, siano anche fan della cultura popolare, dei giochi e dell’animazione, e sono felici di farne parte. Non è un grande impegno di tempo per molti di loro, anche se, come nel caso di Keanu, ha fatto il motion e il facial capture, oltre alla voce. Ma tutti giocano ai videogiochi e ne sono grandi appassionati, quindi è divertente ritrovarsi insieme, è stato quasi come una piccola rimpatriata per alcuni di noi.

Amare ciò che si fa o fare ciò che si ama?

Voglio dire che una cosa importante nella vita è che ho trovato il modo di amare tutto ciò che ho fatto, senza limitarmi a fare solo le cose che amavo. Quando sono stato cameriere per 10 anni e ho fatto il lavapiatti, ho amato, ca*zo, servire ai tavoli e ho cercato di dare il miglior servizio possibile. Quando appendevo tende e consegnavo mobili, trovavo qualcosa da amare anche in quello, sono fatto così.

Sono fortunato ad avere questo atteggiamento, non è che mi costringo a farlo perché sono così bravo, è solo che sono stato fortunato.

Detto questo, se sei innamorato di questo mondo o di questi mondi, sei un nerd proprio come tutte queste persone qui, il che è fantastico perché quando ero giovane era una comunità molto piccola quella che amava queste cose, erano tutti generi di nicchia, fantascienza, fantasy, c’erano pochi fan e ora è un fenomeno culturale dominante. È fantastico quando vedi un genitore, mamma, papà, i bambini tutti vestiti come i loro personaggi di fumetti preferiti, è davvero qualcosa di meraviglioso che unisce tutti.

Io adoro queste cose ed è fantastico che posso lavorare in questa industria ed emozionarmi così tanto. […] Ma c’è molta merd* che devi sopportare, molte cose che non vuoi fare, ma alla fine, chi se ne frega, no? È così e capita a tutti. E quindi cerchi solo di renderti conto che nonostante oggi ti tocchi un panino del cazz*, resti la persona più fortunata del mondo, e domani magari mangerai un pasto gourmet. Se non dovessimo affrontare certe difficoltà, sarebbe sbagliato, non ci sarebbe alcuna crescita. Tutti dovrebbero soffrire un po’, la sofferenza ti fa tenere i piedi per terra.

È divertente quando arrivi a Hollywood e lavori con tutte queste persone a diversi livelli perché posso onestamente dire che anche Jim Cameron, anche David Fincher, anche Ryan Reynolds o Arnold Schwarzenegger devono fare cose che non vogliono fare. Devono lavorare anche se è la loro passione. Tutti pensano che sia davvero facile, ma ad esempio ho visto un’intervista con Guillermo del Toro che diceva: “Tutti pensano che sia facile per me, ho fatto 12 film ma ne ho sviluppati 48, e gli altri non sono stati realizzati. Ho impiegato tempo, sangue e passione, ma ho fallito”. Io mi sento allo stesso modo, prima che Love, Death & Robots fosse realizzato, sono stato 10 anni a implorare le persone di realizzare qualcosa del genere. E poi, quando finalmente arrivi al traguardo, la gente dice: “Oh, è un successo”, ti senti gratificato ma ripensi ancora a quei 10 o 12 anni e centinaia di incontri dove sei stato deluso. Ma tutto questo, in realtà, rende le cose ancora più belle.

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